Edilizia 4.0: il mestiere più antico del mondo si reinventa. Apertura al web, creazione di siti internet e blog aggiornati: i “mattoni” per costruire il futuro
Il lavoro nobilita l’uomo, diceva d’Azeglio, e come dargli torto? Oggi, che siamo spettatori di cambiamenti rapidi ed epocali in tutti i campi, qualcuno potrebbe dire che il lavoro confonde l’uomo, altri invece (i giovani) potrebbero affermare che il lavoro sia molto lontano dall’uomo. La questione in realtà è seria perché tocca tutto il Paese; tuttavia, invece che lamentarsi di un’Italia che rimane indietro rispetto ad altre nazioni, è meglio partire dai nostri errori e cercare di trovarne la chiave di volta.
Prendiamo qualche dato fornito da Agcom secondo cui, nell’ultimo quarto di secolo, gli occupati tra i 24 e i 35 anni sono diminuiti del 34%, mentre i lavoratori tra i 55 e i 64 anni sono aumentati del 100%. La statistica non solo ci dice che la disoccupazione giovanile è a livelli record, ma anche che il mondo del lavoro non si adatta ancora bene alle caratteristiche dei cosiddetti “millennials”. È forse proprio questo il punto da cui partire per cercare di cambiare le cose nel Bel Paese: evolvono i tempi e assieme a questi deve adattarsi anche il contesto lavorativo di una nazione. Uno dei più evidenti anelli di congiunzione tra occupazione e futuro può essere racchiuso in tre lettere che insieme formano la parola più famosa degli ultimi anni: WEB.
Internet, in tutte le sue declinazioni, è in grado di fare una cosa meglio di chiunque altro al mondo: offrire possibilità. Considerando che, sempre secondo Agcom, il 92% dei giovani usa Internet, contro il solo 33% dei più anziani, la strada da percorrere pare segnata. Dopotutto sono le nuove generazioni che dovranno prendere in mano le redini del Paese tra qualche anno, per questo oggi si potrebbe affermare che il lavoro cambia insieme all’uomo, strizzando l’occhio alla rete. Un esempio su tutti può esemplificare bene questo ragionamento e riguarda il settore dell’edilizia, uno dei più antichi al mondo che rischia di rimanere al palo se non comincia a ragionare secondo i dettami dell’era digitale. Edilizia 4.0 significa innovazione e crescita di un comparto che sta cercando di uscire da anni bui e travagliati; ma come e quanto internet può influenzare, modificare e migliorare questo settore?
Attenti al presente, con un occhio al futuro
Prima di rispondere a questa domanda è importante notare come in questi tempi quasi tutte le imprese edili hanno intenzione di investire, soprattutto per acquisire nuovi clienti, acquistare nuovi macchinari e attrezzature, innovare i propri strumenti. Inoltre almeno per la metà delle imprese, conoscere il mercato è una risorsa strategica necessaria: prima di investire si analizza la domanda, la corrispondenza di questa con il prodotto da realizzare e i costi per realizzarlo. Di contro, in pochi sono attenti alle potenzialità nel campo delle costruzioni digitali, dei droni e della realtà aumentata. La ricerca è stata presentata da Ance e diffusa durante il XVIII convegno nazionale dei Giovani Ance dal titolo «M4ttoni.0 – digitalizziamo un antico e nobile mestiere»; una giornata all’insegna del confronto sul futuro delle costruzioni. Nell’incontro sono emersi spunti importanti riguardo il rimodernamento degli interlocutori principali delle imprese, cioè le pubbliche amministrazioni, ancorate a sistemi “da seconda rivoluzione industriale” – come ha affermato Roberta Vitale, presidente dei Giovani Ance. Si è parlato di digitalizzazione dell’intera filiera e di soluzioni al servizio della manutenzione e della sicurezza del patrimonio edilizio, argomento così delicato in Italia.
Sfruttare a pieno le potenzialità del web significa però anche utilizzare gli strumenti che questo mette a disposizione per far crescere il proprio business, come attrarre nuovi clienti e presentarsi nella maniera migliore possibile.
Raggiungere tutti i propri clienti
Sempre secondo la ricerca citata, il 77% delle imprese possiede un sito internet, ma l’aggiornamento e il controllo degli accessi sono a livelli bassissimi. 8 imprese su 10 aggiornano il proprio sito con cadenza ultra-settimanale, e 4 su 5 non sanno quanti siano gli accessi giornalieri. Di poco migliore il rapporto con i social: la metà delle imprese li utilizzano, Facebook su tutti.
Serve un cambio di passo deciso che vada nella direzione di una presenza sempre più costante all’interno dei moderni mezzi di comunicazione; è necessaria però che questa sia consapevole e strategica, non un salto nel buio senza cognizione di causa, che rischierebbe di sortire l’effetto contrario. Sfruttare le potenzialità del web in questo caso significa adottare una vera e propria strategia digitale, che parte dalla conoscenza precisa dell’azienda, con un’analisi puntuale del mercato in cui opera e dei prodotti e servizi: punti di forza ed eventuali debolezze. A tutto ciò deve corrispondere una comunicazione vincente, multi-canale e indirizzata ad un target preciso; cosa voglio comunicare, a chi, come farlo, su quali canali e come, sono le domande che compongono la struttura da seguire per raggiungere gli obiettivi, in un contesto dove la possibilità di influenza è potenzialmente infinita. Requisito senza il quale nulla potrebbe funzionare è la qualità dell’informazione che viene fornita al pubblico di riferimento: un contenuto di livello sta alla base di qualsiasi campagna web marketing. Attenzione sempre all’ottimizzazione SEO, per i motori di ricerca, una pratica che permette di acquisire visibilità e far apparire l’azienda tra i primi risultati di una ricerca online.
Non esistono scuse per chi diffida dai social network, dato che questi ultimi rappresentano la piazza digitale per eccellenza: è all’interno di questi che aumentano esponenzialmente le possibilità di essere non solo conosciuti, ma anche “chiacchierati”. L’interazione è la caratteristica principale di questi nuovi media, moltiplicatori di visibilità.
Sito o blog?
Quest’ultimo confronto può risultare interessante perché equipara due biglietti da visita con alcune caratteristiche differenti. In comune c’è la possibilità di trovare nuovi clienti utilizzando le armi che il web mette a disposizione; per il resto, mentre il sito aziendale ha il dono della sintesi – assai positiva per le dinamiche online – risulta più meccanico, meno fluido rispetto all’interazione con le altre possibilità comunicative sul web (social su tutte). Il blog d’altro canto è più crossmediale, cioè più dinamico nei contenuti e nella possibilità del pubblico di ampliare le proprie possibilità di navigazione e quindi di permanenza online. È meno costoso e più facilmente modificabile rispetto ad un sito internet, tuttavia richiede più tempo da dedicarvi per la necessità di un aggiornamento continuo.