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Edilizia in crescita nel 2019: fai una scommessa vincente

Edilizia in crescita nel 2019: fai una scommessa vincente

Finalmente una buona notizia: l’Edilizia nel 2019 è in crescita.

Questo è quanto dichiarato dal XXVI Rapporto congiunturale e previsionale sul mercato delle costruzioni redatto dal Cresme.

Un trend positivo iniziato nel 2016 che ha interrotto un lungo periodo negativo durato 10 anni.

Gli anni della crisi economica in Italia, infatti, sono stati terribili per il settore delle costruzioni, quello più penalizzato in assoluto.

Secondo L’Istat, se nel 2008 (prima della recessione), i cantieri in funzione erano poco meno di 2 milioni, nel primo trimestre del 2018 se ne sono registrati 1 milione e 363 mila.

Questo scarto di quasi 60o mila costruzioni ha avuto una pesante ricaduta sui posti di lavoro: in 10 anni gli occupati in Edilizia sono stati 590mila in meno.

Senza contare tutti coloro che hanno perso il lavoro nelle industrie e nei servizi collegati a quello delle costruzioni, che ammontano ad altri 300mila.

Dati davvero impressionanti che rendono la lieve crescita registrata quest’anno ancora più importante.

La crescita del settore edile negli ultimi 3 anni

In questi 3 anni di svolta, per prima cosa è salito il numero dei permessi di costruire; nel 2016 sono cresciuti finalmente del 3,9%, per poi passare a un più incisivo 11,3% nel 2017 e a un 8,7% nel primo trimestre nel 2018.

Una lieve crescita c’è stata per il consumo interno di cemento (+1%) e, dopo molti anni, anche per le vendite di laterizio da muro (un’importante +2,8%).

Sono in lieve risalita gli investimenti per l’edilizia residenziale (+0,6%) e anche quelli per l’edilizia non residenziale (+33%).

I lavori di recupero edilizio e di riqualificazione energetica sono cresciuti dell’ 1,7% nel 2018 anche grazie allo stimolo dato dagli incentivi statali.

Anche il settore immobiliare ha giovato del ritorno all’ottimismo dell’Edilizia, tanto da registrare un buon +5%.

Periodo positivo confermato dai bilanci di quasi mille società operanti nel settore delle costruzioni, il cui fatturato nel 2017 ha registrato un +4,9%.

Insomma, questi dati danno buone speranze per il settore delle costruzioni, tanto che secondo Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme, la crescita dell’Edilizia potrebbe trascinare l’intera economia italiana nel 2019 e oltre.

Edilizia nel 2018: come ha lasciato il terreno in vista nel 2019

Stringendo il focus sul 2018, il Cresme aveva fatto una previsione un po’ più ottimista di come è andato in realtà l’andamento nel settore delle costruzioni.

La stragrande maggioranza di questo mercato (più del 70%) è stata costituita da interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio esistente; la manutenzione ordinaria vale 36,8 milioni di euro mentre gli straordinari 89,4 milioni.

Il valore delle nuove costruzioni è salito di quasi 2 miliardi tra il 2017 e il 2018, mentre quello delle opere del genio civile è rimasto quasi invariato.

Cresce anche l’edilizia privata non residenziale, da 31 miliardi nel 2017 a 33,7 nel 2018.

Il 2018 non è stato però l’anno delle opere pubbliche per quanto riguarda gli investimenti.

Lo dovrebbero essere, valutando i dati di aggiudicazione dei bandi di gara e delle potenzialità di spesa, quest’anno e i due a venire.

Edilizia 2019

Come andrà l’Edilizia nel 2019 e nei prossimi anni?

Secondo il Rapporto del Cresme, il periodo 2019-2022 dovrebbe essere di generale crescita per l’Edilizia, seppure con valori calanti col progredire degli anni.

Sono le nuove costruzioni a trainare il mercato, in tutte le declinazioni: opere pubbliche, opere residenziali e opere non residenziali.

Un’altra importante spinta alla crescita potrebbe essere data dagli adeguamenti antisismici degli edifici sostenuti dagli incentivi statali fino al 2021, anche se per ora non segnano un incremento importante.

Ed è proprio sul fenomeno del mercato incentivato che Bellicini ci mette in guardia:

Nei prossimi anni le dimensioni del mercato incentivato evidenzieranno problemi di sostenibilità, a maggior ragione se si dovesse operare una politica di riduzione del debito. Gli obiettivi della manutenzione devono essere più ambiziosi e allargarsi a nuove politiche di riqualificazione e rigenerazione urbana.

La previsione fatta dal Cresme prevede comunque un futuro dolce-amaro, in quanto se per i prossimi 4 anni si prospetta una crescita costante seppure contenuta del mercato, nel 2023 il valore della produzione edilizia si fermerà di nuovo, attestandosi su valori simili (e minimi) toccati alla fine degli anni ’80.

Purtroppo l’incerto bilancio dei conti italiani negli ultimi anni non dà grosse certezze agli imprenditori.

Quello che è possibile fare è approfittare di questo periodo positivo e sfruttare tutte le potenzialità per gettare i semi per un futuro produttivo.

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