Cemento biodinamico, il materiale ecosostenibile che assorbe gli inquinanti
Molti di noi hanno sentito per mesi e mesi parlare di Expo, dei padiglioni, e del famosissimo Padiglione Italia: ma quanti di noi sanno che questo padiglione è stato realizzato con un materiale innovativo ed ecosostenibile ideato e prodotto da un’azienda italiana? Stiamo parlando del cemento biodinamico e più esattamente di i.active BIODYNAMIC, il nuovo materiale realizzato da Italcementi che per la prima volta ha trovato in Palazzo Italia un’applicazione su larga scala.
La “foresta pietrificata” che caratterizza l’involucro esterno di Palazzo Italia è costituita da ben 900 pannelli in cemento di circa quattro metri ciascuno, ispirati ad una foresta urbana che i progettisti di Studio Nemesi hanno ideato per evocare una figuratività primitiva e tecnologica al tempo stesso. Le linee ed i progetti sono stati realizzati al computer, con pannelli del tutto diversi l’uno dall’altro, che generano un’alternanza di luci ed ombre fuori dal comune, di vuoti e di pieni che danno vita ad un’architettura-scultura che rimanda alla Land Art.
La realizzazione di Palazzo Italia è stata possibile proprio grazie all’utilizzo del cemento biodinamico, che sottolinea la dimensione creativa e all’avanguardia del Made in Italy e vanta delle incredibili caratteristiche. La componente “bio” di questo innovativo materiale risiede nelle proprietà fotovoltaiche del cemento stesso, ottenuto grazie al principio attivo TX Active, ideato e brevettato interamente dall’azienda italiana Italcementi nei laboratori i.lab, situati nel parco tecnologico Kilometro Rosso di Dalmine (BG).
Questo laboratorio impiega per l’80% materiali riciclati come scarti di lavorazione del marmo di Carrara, che contribuiscono a dare luminosità al colore bianco.
L’esclusivo cemento, grazie alla presenza di una particolare miscela di biossido di titanio, rende la pannellatura una sorta di “spugna” fotocatalitica: a contatto con la luce emanata dai raggi solari, il principio TX Active “cattura” parte degli inquinanti presenti nell’aria e li trasforma in sali inerti che vengono dilavati dall’acqua piovana e garantiscono quindi a vita la totale pulizia delle superfici esterne, contribuendo anche a ripulire l’atmosfera dallo smog.
Oltre a ciò, anche la malta utilizzata per la produzione del cemento biodinamico viene creata utilizzando l’80% di aggregati riciclati, provenienti dagli sfridi di lavorazione del marmo di Carrara, che conferiscono una brillantezza superiore ai cementi bianchi tradizionali.
Una delle più importanti caratteristiche del cemento biodinamico è, appunto, la sua dinamicità, una fluidità tale da consentire la realizzazione di forme complesse come quelle che hanno caratterizzato i pannelli adoperati per costruire Palazzo Italia. Estremamente lavorabile, i.active BIODYNAMIC permette di realizzare i progetti proprio come sono stati disegnati su carta, garantendo al tempo stesso una straordinaria qualità superficiale.
Oltre all’incredibile lavorabilità e resistenza, il nuovo materiale possiede una fluidità iniziale ben 3 volte maggiore rispetto alle malte classiche (300 mm contro 100 mm), è 2 volte più resistente alla compressione (oltre 60 MPa a fronte di 30 MPa delle malte classiche) e 2 volte più resistente alla flessione (oltre 10 MPa a fronte di 5MPa) .
Un cemento sostenibile anche dal punto di vista della durabilità: la scarsa porosità e la matrice compatta del conglomerato abbassano in maniera notevole l’assorbimento dell’acqua e lo rendono particolarmente inattaccabile dagli agenti atmosferici, come i cicli di gelo e di disgelo ed i rovesci temporaleschi.
Lo stesso Ceo dell’azienda, il Dott. Carlo Pesenti, ha ribadito la piena convinzione nella validità della strada percorsa negli ultimi anni, sottolineando quanto sia importante insistere sull’innovazione in un’industria, quella del cemento, considerata statica per definizione.
Senza dubbio le straordinarie prestazioni del cemento biodinamico sono il frutto di un attento e lunghissimo lavoro di ricerca, che ha coinvolto i tecnici di Italcementi in prove sperimentali, test di laboratorio, applicazioni in scala per la realizzazione dei pannelli e che, insieme agli architetti dello studio Nemesi, ha reso Palazzo Italia un esempio apprezzatissimo di architettura sostenibile.